Tra tecnologia e sostenibilità, le nuove skills.

4 Febbraio

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Qualche tempo fa l’Istat aveva svolto un’indagine dal titolo “L’impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale” dove analizzava l’impatto della tecnologia e dell’informatica in tutti gli ambiti e la digitalizzazione del mondo del lavoro.
Tra le professioni vincenti, cioè quelle che godranno di un aumento dei posti di lavoro superiore alle 20 mila unità nei prossimi anni, ce ne sono alcune già esistenti che cresceranno molto e altre che invece devono ancora essere sviluppate. Tra le prime possiamo citare i “Business Celebrity Builder” e i “Personal Brander”, cioè figure che si occupano di costruire l’immagine di una determinata marca partendo dall’analisi dei suoi consumatori; i “Trainer”, o in italiano i formatori, già molto richiesti : queste professionalità si occuperanno di formare i nuovi impiegati per una determinata categoria professionale; i “ Big Data Analyst”, persone che analizzano l’enorme quantità di dati digitali a disposizione per poi venderli alle aziende.
Parlando sempre di tecnologia come potremmo tralasciare il mondo dei social network? I social network, come ben sappiamo, hanno cambiato tutto, nel bene o nel male, ma hanno anche permesso la creazione di nuove professionalità e nuovi posti di lavoro. Negli ultimi anni si sta parlando di alcune nuove figure al di là dei richiestissimi social media manager, come ad esempio, l’assistente sociale per social network. Eh si, avete capito bene, questa figura si occuperà di aiutare gli utenti dei social network che per qualche motivo si sono sentiti traumatizzati, violati o marginalizzati a causa del loro utilizzo.
Un altro aspetto incombente delle nostre vite, decisamente più triste dello sviluppo tecnologico, è quello dell’urgenza climatica. Questa situazione di crisi connessa ai cambiamenti climatici sta modificando in parte anche il mondo del lavoro.Il passo per far fronte alla situazione odierna dovrebbe essere sicuramente più spedito e la transizione verso un modello di sviluppo realmente sostenibile forse non si realizzerà in tempi brevi, ma un segnale che questa sta già avvenendo si ha ad esempio dalla diffusione e dall’interesse verso professioni collegate alla sostenibilità. Stiamo parlando dei cosiddetti green jobs, lavori verdi.
Il GreenItaly Report ne dà una definizione: “Figure professionali che incorporano per "definizione" competenze green, il cui lavoro, quindi, è direttamente finalizzato a produrre beni e servizi eco-sostenibili o a ridurre l'impatto ambientale dei processi produttivi (es. ingegneri energetici, tecnici del risparmio energetico, ecc.)”.
Matteo Plevano, psicologo del lavoro e titolare dello studio Green Jobs Hub, ci dice che questa definizione, appunto Green Jobs, è soprattutto un concetto trasversale: “riguarda più il "come" del "cosa" si fa, essendo lo specchio nel mondo del lavoro della transizione economica e sociale verso l'eco-sostenibilità. Un green job è un'attività lavorativa che va in quella direzione, tendenzialmente a impatto positivo sull'ambiente. Se pensiamo al settore dell'energia (all'apertura alle rinnovabili e all'efficienza energetica), questo sta generando molte opportunità di lavoro. Un grande cambiamento è in corso anche in agricoltura, legato al biologico e all'attenzione alla biodiversità, cioè la riscoperta di prodotti agricoli non canonici, magari antichi. Tutto ciò implica che le professionalità si riconvertano, anche se il tema competenze e formazione va declinato settore per settore e per ciascun ambito professionale”.
I nuovi lavori di cui si sente parlare ultimamente sono ad esempio Energy manager, manager della Mobilità, Disability manager, Csr manager, responsabile dell'Economia circolare, bio-architetto, il green copywriter, o l’eco-brand manager.
Il Csr manager (Corporate social responsability manager - in italiano manager della responsabilità sociale dell’azienda) è oggi una professionalità molto richiesta. Questa figura presidia i temi della sostenibilità. Cura, ad esempio, il bilancio di sostenibilità ed il codice etico aziendale , segue l'iter delle certificazioni socio-ambientali, e gestisce l'engagement con gli stakeholder. Funge da collettore delle istanze sostenibili che emergono per portarle all'attenzione del Ceo o del Cda. Un’altra professionalità molto ricercata è quella del Sri (sustainable and responsible investment) ovvero figure che valutano le aziende e chi vi investe in termini di sostenibilità. Vale a dire i grandi investitori istituzionali (fondi pensione, società di gestione del risparmio, grandi fondazioni, assicurazioni, banche) e le cosiddette agenzie di rating etico. La stessa Aiaf, Associazione italiana Analisti e Consulenti finanziari, ha promosso il Diploma Esg finalizzato all’acquisizione di competenze necessarie per l’integrazione di elementi sociali, ambientali e di governance nel processo d'investimento.

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